La via dello zen by Alan W. Watts

La via dello zen by Alan W. Watts

autore:Alan W. Watts [Watts, Alan W.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Philosophy, Zen, Religion, Buddhism
ISBN: 9788858834381
Google: FL2CDwAAQBAJ
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2019-01-05T23:00:00+00:00


Nessun dubbio che le risposte date fossero le risposte originali alle domande, ma più avanti il problema riguardava tanto la domanda quanto la risposta, poiché l’allievo era tenuto a discernere la relazione fra l’una e l’altra; il che non è molto evidente. Per ora è sufficiente dire che ogni koan ha un “punto” che rappresenta qualche aspetto dell’esperienza zen; che tale punto è spesso misterioso perché è molto più evidente di quanto ci si aspetti; e che i koan non riguardano soltanto il primario risveglio al Vuoto, ma anche le sue conseguenti manifestazioni nella vita e nel pensiero.

Il sistema dei koan si sviluppò nella scuola zen di Lin-chi (Rinzai) ma non senza contrasti. La scuola Soto trovò che era eccessivamente artificioso. Mentre i sostenitori del koan usavano questa tecnica come mezzo per incoraggiare l’opprimente “senso di dubbio” (i chingff), ritenuto da loro un requisito essenziale per il satori, la scuola Soto argomentava che il Koan si prestava con troppa facilità proprio a quella ricerca del satori che lo fa dileguare, o – peggio – che induce a un satori artificiale. Gli aderenti alla scuola Rinzai sostengono talora che l’intensità del satori è proporzionale all’intensità del sentimento di dubbio, di cieca ricerca, che lo precede; ma per la scuola Soto ciò dimostra che un tale satori ha carattere dualistico, ed è perciò una mera reazione emotiva artificiale. Il punto di vista Soto era invece che il vero dhyana risiede nell’azione non motivata (wu-wei), nel “sedere solo per sedere” o nel “camminare solo per camminare”. Per queste ragioni, le due scuole divennero note rispettivamente come zen kan-hua (zen che osserva gli aneddoti) e zen mo-chao (zen silenziosamente illuminato).

La scuola Rinzai dello zen fu introdotta in Giappone nel 1191 dal monaco della setta T’ien-t’ai Eisai (1141-1215), che fondò monasteri a Kyoto e a Kamakura sotto il patronato imperiale. La scuola Soto fu introdotta nel 1227 da un ingegno eccezionale, Dogen (1200-1253), che fondò il grande monastero di Eiheiji, rifiutando tuttavia di accettare i favori imperiali. Si dovrebbe tener conto che lo zen arrivò in Giappone poco dopo l’inizio dell’era Kamakura, quando il dittatore militare Yoritomo e i suoi seguaci samurai avevano strappato il potere dalle mani della nobiltà, allora in declino. Questa coincidenza storica fornì alla classe militare dei samurai un tipo di buddismo che li conquistò per le sue qualità pratiche e mondane e per l’immediatezza e semplicità d’approccio. Sorse così una speciale pratica di vita, chiamata bushido, il Tao del guerriero, che in sostanza è l’applicazione dello zen all’arte della guerra. L’incontro della dottrina pacifista del Budda con l’arte della guerra ha sempre costituito un enigma per buddisti di altre scuole. Esso pare implicare il divorzio completo del risveglio dalla moralità. Ma si deve tener conto del fatto che, nella sua essenza, l’esperienza buddista è una liberazione da convenzioni di ogni specie, comprese le convenzioni morali. D’altra parte, il buddismo non è una rivolta contro le convenzioni; e in una società dove la casta militate sia parte integrante della struttura convenzionale



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.